La storia del maglio di Breganze sembra cominciare nei primi anni del XVI secolo, in seguito all'introduzione di questi particolari macchinari nei vari distretti minerari del nord Italia, vicentino compreso.
Oltre a essere provvisto dei macchinari principali e di numerosi attrezzi manuali appartenuti all'ultimo fabbro operante, Angelo Giusto Tamiello, il museo del maglio di Breganze è fornito anche di una ricca documentazione di archivio che ne documenta la sua lunga storia; per questo motivo, unico nel suo genere in Veneto, viene annoverato tra i più importanti d'Europa: una vera memoria storica delle numerose officine di questo tipo presenti un tempo sul territorio.
Le visite di numerose scolaresche provenienti da istituti di ogni ordine e grado, nonché di turisti e di studiosi, sono la prova di come questo “museo vivo” rivesta estrema importanza per la trasmissione degli antichi saperi e della loro salvaguardia.I primi documenti che accertano la presenza del Maglio risalgono al 1635. Si tratta di una supplica per il rinnovo dell'“investitura” d'uso dell'acqua, cui è allegata una mappa che illustra il percorso della “Roggia Breganze”, il canale che traendo l'acqua dal vicino Torrente Astico dava movimento alle ruote di numerosi opifici tra cui il maglio.
I Provveditori ai Beni Inculti riconfermeranno l'uso dell'acqua ai tre “supplicanti” (Giovanni Fontana per una segheria, Bartolomio Caprin detto Maggiaro per il maglio e Battista Tamiello per l'irrigazione dei campi) per: “l'antichissimo possesso”, lasciando presumere come l'impianto del maglio possa, quantomeno, risalire al secolo precedente.
La presenza dei Tamiello nell'attuale “Contrà del Maglio” è confermata, fin dalla prima età moderna, da un documento notarile del 1494, che li indica come i “De Thamiellis”. Nel 1795 i Tamiello subentrano ai Caprin nella proprietà del Maglio, legando fino ai nostri giorni l'officina al nome della famiglia. Ultimo fabbro “majàro” a condurre il Maglio Tamiello fu Angelo Giusto, padre dell'attuale proprietario Bruno. Si deve a quest'ultimo l'importante restauro conservativo e la valorizzazione del Maglio di Breganze quale museo aperto alle visite.
Con decreto del settembre 1985 il Ministero dei Beni Culturali e Ambientali ha dichiarato l'edificio e le pertinenze del Maglio “sito d'interesse particolarmente importante e quindi tutelato ai sensi della legge n° 1089 del 1/6/1939”.
Nel luglio del 2001 la Giunta Regionale del Veneto ha riconosciuto il Maglio di Breganze quale “Museo Etnografico Regionale”, garantendone la tutela e i benefici delle leggi regionali.
La ricca documentazione storica relativa al Maglio e alla famiglia Tamiello è stata posta sotto tutela regionale con D.G.R. n°78 del 09/08/2011
Inutile dire che il fulcro del museo è costituito dall'imponente macchinario del maglio che per la sua caratteristica forma e movimento veniva chiamato dai fabbri “a testa d'asino”. Costruito con materiali “semplici” quali pietra, legno e ferro, per la sua funzionalità è riuscito ad arrivare ai giorni nostri praticamente invariato nella struttura: un vero “fossile vivente”.
Altra particolare macchina è quella della grande mola ad acqua, dove il fabbro, sospeso su di una tavola di legno, lisciava e rifiniva gli utensili forgiati.Adiacenti all’officina sono presenti alcuni locali, attrezzati per mostre temporanee di carattere artistico o tecnico.
In queste stanze sono esposti alcuni oggetti della vita quotidiana del tempo, e attraversandole si accede al “ brolo “, un ampio spazio esterno attrezzato con tavoli e panchine, dove è possibile consumare dei pranzi al sacco. Da qui si possono osservare lo scorrere dell’acqua della roggia e le ruote idrauliche che fanno funzionare il Maglio e la mola. In estate vengono organizzate serate culturali con artisti e divulgatori.
Attorno al museo sorge un'associazione che da più di quindici anni organizza mostre e serate culturali. Di qui sono passati Ferdinando Camon, Fernando Bandini, Bepi de Marzi, Ilvo Diamanti e altri importanti professionisti, scrittori, divulgatori e artisti che hanno portato il loro sapere. Gli incontri si svolgono nel brolo retrostante al museo, che può accogliere circa duecento persone. Nelle sale espositive e all'interno dell'officina sono state allestite mostre di importanti artisti del territorio, che hanno trovato in questo luogo un ambiente adatto alla presentazione delle loro opere.
La gestione del Museo del Maglio è garantita dall’Associazione Museo del Maglio e dalla famiglia Tamiello.
Il Maglio è visitabile su prenotazione, anche nelle ore serali e nei fine settimana. La durata della visita guidata è di circa un’ora, ma può essere estesa o accorciata secondo le richieste dei gruppi.
Il biglietto d'ingresso è di 5 euro a persona (3 euro per le scolaresche). L’intero ricavato viene utilizzato come supporto alla manutenzione conservativa del luogo.
Per informazioni o prenotazioni scrivere e-mail: magliotamiello@gmail.com o telefonare al +39 333 385 1866
A poca distanza sono visitabili le località di:
Lugo – villa Godi-Malinverni, con museo dei fossili (Km 6)
Marostica – il castello e la piazza degli scacchi (Km 8)
Bassano del Grappa – Il ponte degli alpini e centro storico (Km 18)
Asiago – i luoghi della Grande Guerra (Km 30)
Vicenza – il centro palladiano (Km 20)